Con il passare del tempo ho capito che continuare a scappare, nel tentativo di evitare lo scontro con il dolore e la sofferenza, non sarebbe servito a nulla: per andare Oltre la malattia, quel dolore bisogna attraversarlo, dargli anima e corpo, per rimpossessarsi di quella pulsione di vita vera che c'è - c'è sempre finché c'è vita - in fondo al cuore, ma che la malattia impedisce di ascoltare.
Fino a poco tempo fa non avevo idea di quanta vita ci può essere Oltre il dolore, nonostante il dolore. Non credevo che dal dolore si potesse rinascere...e invece si, dal dolore e dalla sofferenza può rinascere la vita, dal dolore e dalla sofferenza si può ripartire per ricostruire, mattone dopo mattone, la propria felicità.
Fino a poco tempo fa non avevo idea di quanta vita ci può essere Oltre il dolore, nonostante il dolore. Non credevo che dal dolore si potesse rinascere...e invece si, dal dolore e dalla sofferenza può rinascere la vita, dal dolore e dalla sofferenza si può ripartire per ricostruire, mattone dopo mattone, la propria felicità.
Felicità è sfogliare queste pagine che segnano le tappe di un viaggio di crescita e di rinascita, un viaggio che in realtà è appena iniziato...
"Oltre. Scoprirsi fragili: confessioni
sul (mio) disturbo alimentare" è un viaggio tra sensazioni, aspettative e
consapevolezze di una ragazza poco più che adolescente, che sviluppa un
rapporto conflittuale e disturbato con il cibo.
Questo
dis-controllo alimentare finisce per incastrarsi tra le sbarre di una gabbia,
una gabbia di paure, una prigione entro cui costringersi per piacersi, per
accettarsi, per (non) rapportarsi con le sue coetanee. Mentre si vede crescere
in mezzo a loro, belle e disinvolte, si sente sempre più a disagio, inadeguata.
Scorrono gli anni e sulle sue spalle si fa sempre più insostenibile il peso di
un dolore che affonda le radici nel suo passato, dolore che somatizza in un
corpo alla continua ricerca di calore, di abbracci, e di un rifugio: la
malattia, il (suo) disturbo alimentare.
Fino
a che, a 25 anni, matura la consapevolezza che una risposta positiva a
quest'autodistruzione esiste: è ascoltarsi. E' grazie ad un lungo viaggio
introspettivo, scandito da tre principali tappe - "in trappola",
"in bilico", "in equilibrio" - che riuscirà finalmente a
riconoscersi, ad andare Oltre la malattia: ritroverà finalmente se stessa e
riscoprirà uno sguardo compassionevole, di riconoscenza e d'amore, nei
confronti di se stessa.
Per raccontare
la mia esperienza con il Disturbo Alimentare, non ho voluto scrivere una storia
o un diario, ma piuttosto costruire un percorso di riflessioni e confessioni,
come le ho soprannominate nel sottotitolo, sul (mio) disturbo alimentare. Si
tratta della rielaborazione di un lavoro introspettivo di circa tre anni che,
strada facendo, mi ha portata al desiderio di condividere pensieri e paure,
sensazioni ed emozioni, che accompagnano il faticoso percorso di chi soffre di
DCA, affinché anche chi non conosce possa comprendere meglio i subdoli
meccanismi che sottendono queste patologie. Un ruolo fondamentale in questo
percorso lo ha rivestito proprio la scrittura: raccontarsi agli altri per
informare e sensibilizzare e, soprattutto, raccontarsi a se stessi per "alimentare" il desiderio - il desiderio ritrovato
dopo anni di malattia - di guardare "oltre", di guardare a quel
prezioso dono chiamato Vita, che in un Fiocchetto Lilla ritrova il suo senso
più vero.
Un disturbo alimentare non è solo il cibo che
mangiamo o non mangiamo,
non è solo quel corpo che apprezziamo o
disprezziamo.
Un disturbo alimentare è, soprattutto, quel dolore
che ci distrugge dentro,
quel dolore che solo l'ascolto sincero, che scava a
fondo nelle ferite dell'anima,
può aiutare a guarire.
In fondo, per continuare il racconto della Vita,
non si può far altro che guardare Oltre, andare
Otre:
ricominciare sempre, nonostante tutto, da lì,
dalle nostre ferite,
da dove ogni volta la Vita si è interrotta.
Sandra
Il
libro è acquistabile direttamente tramite l'Associazione Mi Nutro di Vita, alla
quale ho deciso di devolvere l'intero ricavato della pubblicazione, perché è
proprio grazie al contatto stretto con questa grande "famiglia", che
mi sono finalmente sentita nuovamente parte di qualcosa di più grande
dell'universo soffocante della malattia, parte di un gruppo di persone -
persone in carne ed ossa, capaci di emozionare e di emozionarsi - e non più solo
di fantasmi, i fantasmi che hanno popolato i tanti anni in solitudine della mia
malattia. Con ogni persona dell'Associazione che ho incontrato, insieme al mio
Fiocchetto Lilla, in questi mesi di collaborazione, ho condiviso momenti
importanti che nutrono l'Anima, ognuna è stata - ed è tuttora - un raggio di
luce che ha trasformato le mie lacrime in un arcobaleno di colori vivi.
Nel
suo piccolo, anche questo libro vuole essere, spero, uno spiraglio di
luce, di speranza, per chi ogni giorno lotta contro il male subdolo dei DCA,
per trovare la forza di chiedere aiuto…ne vale davvero la pena, perché vale la
Vita.
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