Cara anoressia,
ti scrivo perché ci sono alcune cose che non ti ho ancora raccontato, ma non preoccuparti: succede anche nelle più grandi amicizie che rimanga qualche segreto. Tu sei mia amica. La mia migliore amica. Lo sei stata per anni, lo sei stata da un tempo di cui non ho più memoria. Non deve essere stato molto difficile avvicinarsi a me: la ragazzina maschiaccio, piena di falsa sicurezza da svendere agli altri, tormentata, quasi senza un nome. Tu un nome me l’hai promesso. Mi hai promesso il nome più bello, mi hai fatto tante di quelle promesse che neanche le ricordo tutte. Ma la promessa più importante, anoressia? Che ne è della promessa che un giorno sarei stata tutto quel che desideravo? Tu sei una dannata bugiarda, e bugiarda lo sono diventata anch’io. Con gli altri, ma soprattutto con me stessa. Così tanti anni, così tanti avvenimenti. Tu sei stata testimone di ogni fatto, aggrappata con le unghie sulle mie spalle, tumore bastardo che si è sempre più ingigantito spezzandomi in due la schiena. In un’anima dove non esisteva alcuna regola, tu sei stata la mia legge, trascendente e onniveggente. Insieme a te sono cresciuta. Mi hai affiancato in ogni passo. Quando avevo bisogno, sapevo che voltandomi avrei goduto del tuo dolce, effimero abbraccio. Eri lì. Sempre. Eri lì quando volevo diventare qualcosa fuori dal comune. Eri lì quando ho cercato una soluzione ai miei problemi. Eri lì quando non c’era nessun altro. Eri lì quando ho macchiato la mia fedina penale. Eri lì quando le giornate passavano grevi e si gettavano a capofitto nell’oblio. Eri lì quando ho scoperto l’inebriante sapore del sangue. Eri lì quando la lametta andava più a fondo che poteva, e la carne impudicamente si apriva. Eri lì quando la siringa scoprì la vena. Eri lì quando tagli, lividi, buchi e bruciature erano tutto ciò di cui avevo il controllo. Eri lì accanto ad ogni arrabbiatura, ad ogni cazzata, ad ogni pulsione suicida. Eri lì quando sono andata in overdose e mi hanno ripresa. Eri lì quando sono entrata in comunità, e quando sono scappata. Eri lì quando sono stata ricoverata in clinica per ragazze con DCA. Eri lì quando ho continuato a fare stronzate. Eri lì quando mi sono presa quello che volevo, senza ottenere quello che desideravo. Eri lì: in ogni tentativo di autodistruzione. Tu sei stata con me anche quando ho cominciato a provare a rialzarmi, ma non mi hai aiutato. È stato solo il degenero. Hai sempre e solo cercato di avere la meglio su di me. Ma ora non è più così, anoressia. Ora ho deciso di cominciare a lottare sul serio, anche se mi fa male. Ora non ho più bisogno di te. Non voglio più avere bisogno di te. Io non ti voglio più, anoressia. Ti amo e ti odio e vorrei che mi restassi vicino per sempre, ma non posso farlo perché porterai sempre e solo dannatissime illusioni. Tu hai riempito di piaghe la mia vita. Tu me l’hai rovinata. Non sono abbastanza i motivi per farti andare via? E allora perché sto già scappando, mentre non riesco a stringere più a fondo? Cara anoressia, tu mi hai messo nei guai fino al collo, ti sei presa tutto, non mi hai restituito niente. Ti ho creduto, mi sono illusa, mi sono dannata. Ma oggi so chi sei veramente. Sei il gioco che non vinco mai. Sei il vuoto sotto i miei passi, la trappola dei miei giorni. Sei il mio più grande errore. Un errore che ripeterei. Nei meandri della mia anima provo quasi dolore di fronte a quest’abbandono, ma è ora che ognuna vada per la propria strada. Di sicuro, nella mia mente, saremo amiche per sempre. Ma, nella mia vita, ora ti dico: ADDIO ANORESSIA.
Tua (spero non più)
Jonny
ti scrivo perché ci sono alcune cose che non ti ho ancora raccontato, ma non preoccuparti: succede anche nelle più grandi amicizie che rimanga qualche segreto. Tu sei mia amica. La mia migliore amica. Lo sei stata per anni, lo sei stata da un tempo di cui non ho più memoria. Non deve essere stato molto difficile avvicinarsi a me: la ragazzina maschiaccio, piena di falsa sicurezza da svendere agli altri, tormentata, quasi senza un nome. Tu un nome me l’hai promesso. Mi hai promesso il nome più bello, mi hai fatto tante di quelle promesse che neanche le ricordo tutte. Ma la promessa più importante, anoressia? Che ne è della promessa che un giorno sarei stata tutto quel che desideravo? Tu sei una dannata bugiarda, e bugiarda lo sono diventata anch’io. Con gli altri, ma soprattutto con me stessa. Così tanti anni, così tanti avvenimenti. Tu sei stata testimone di ogni fatto, aggrappata con le unghie sulle mie spalle, tumore bastardo che si è sempre più ingigantito spezzandomi in due la schiena. In un’anima dove non esisteva alcuna regola, tu sei stata la mia legge, trascendente e onniveggente. Insieme a te sono cresciuta. Mi hai affiancato in ogni passo. Quando avevo bisogno, sapevo che voltandomi avrei goduto del tuo dolce, effimero abbraccio. Eri lì. Sempre. Eri lì quando volevo diventare qualcosa fuori dal comune. Eri lì quando ho cercato una soluzione ai miei problemi. Eri lì quando non c’era nessun altro. Eri lì quando ho macchiato la mia fedina penale. Eri lì quando le giornate passavano grevi e si gettavano a capofitto nell’oblio. Eri lì quando ho scoperto l’inebriante sapore del sangue. Eri lì quando la lametta andava più a fondo che poteva, e la carne impudicamente si apriva. Eri lì quando la siringa scoprì la vena. Eri lì quando tagli, lividi, buchi e bruciature erano tutto ciò di cui avevo il controllo. Eri lì accanto ad ogni arrabbiatura, ad ogni cazzata, ad ogni pulsione suicida. Eri lì quando sono andata in overdose e mi hanno ripresa. Eri lì quando sono entrata in comunità, e quando sono scappata. Eri lì quando sono stata ricoverata in clinica per ragazze con DCA. Eri lì quando ho continuato a fare stronzate. Eri lì quando mi sono presa quello che volevo, senza ottenere quello che desideravo. Eri lì: in ogni tentativo di autodistruzione. Tu sei stata con me anche quando ho cominciato a provare a rialzarmi, ma non mi hai aiutato. È stato solo il degenero. Hai sempre e solo cercato di avere la meglio su di me. Ma ora non è più così, anoressia. Ora ho deciso di cominciare a lottare sul serio, anche se mi fa male. Ora non ho più bisogno di te. Non voglio più avere bisogno di te. Io non ti voglio più, anoressia. Ti amo e ti odio e vorrei che mi restassi vicino per sempre, ma non posso farlo perché porterai sempre e solo dannatissime illusioni. Tu hai riempito di piaghe la mia vita. Tu me l’hai rovinata. Non sono abbastanza i motivi per farti andare via? E allora perché sto già scappando, mentre non riesco a stringere più a fondo? Cara anoressia, tu mi hai messo nei guai fino al collo, ti sei presa tutto, non mi hai restituito niente. Ti ho creduto, mi sono illusa, mi sono dannata. Ma oggi so chi sei veramente. Sei il gioco che non vinco mai. Sei il vuoto sotto i miei passi, la trappola dei miei giorni. Sei il mio più grande errore. Un errore che ripeterei. Nei meandri della mia anima provo quasi dolore di fronte a quest’abbandono, ma è ora che ognuna vada per la propria strada. Di sicuro, nella mia mente, saremo amiche per sempre. Ma, nella mia vita, ora ti dico: ADDIO ANORESSIA.
Tua (spero non più)
Jonny
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