Genova, 15 marzo 2017
Caro
Stefano, faccio parte del gruppo di auto aiuto "...in SOSpeso" e ti
scrivo di ritorno dall'incontro di oggi alla Berio, ancora emozionata.
Vi
volevo ringraziare, per molte ragioni, ma soprattutto perchè oggi avete
deciso di mettere al centro le persone che soffrono di questi disturbi,
quelle che lottano, quelle che aiutano e quelle che trasmettono
speranza, dando voce alle emozioni più che alle competenze professionali
e mettendo in luce quel coraggio di mettersi in gioco senza il quale
nessuna "cura" esterna è sufficiente.
Il
nostro, come sai, è un gruppo sull'alimentazione incontrollata e so che
sarebbe stato giusto ed utile oggi portare anche il nostro contributo.
Una delle ragioni per cui non è successo, e qui parlo per me, è che una
delle componenti "paralizzanti" rispetto all'esporsi in pubblico è la
vergogna: vergogna per essere come non è esteticamente e socialmente
accettabile, per apparire come persone "colpevoli" di non controllarsi e
di fallire i propri obiettivi, vergogna per essere, infine, come non si
vuole e non si accetta di essere.
Per
questa ragione io, come molte di noi che soffrono anche di
problematiche legate all'ipersensibilità, non riesco ancora ad espormi
in pubblico direttamente e personalmente. Me ne scuso sinceramente,
perchè so che è un grosso limite anche nei confronti degli altri, ma mi
prendo l'impegno di trovare un modo per testimoniare anche questo
aspetto dei disturbi alimentari e cercare di restituire fiducia a chi è
ormai convinto di non avere alcuna possibilità di liberarsi del proprio
peso ... sull'anima.
Veramente grazie per questo pomeriggio, verrò a trovarvi appena possibile, se vi fa piacere.
Nessun commento:
Posta un commento