Cara Giulia,
la tua storia ha segnato l'inizio di un lungo viaggio e scriverti
questa lettera non è semplice, perché fa luce su una ferita dolorosa, che si
riapre ogni volta che sappiamo di ragazze e ragazzi che soffrono, ma che con il nostro amore e impegno
stiamo cercando di cicatrizzare.
Non ti abbiamo mai conosciuta di persona, ma conosciamo molto bene il
male che ci accomuna e che ha spezzato la tua giovane vita, nonostante tu non
avessi mai smesso di lottare per uscire dall'incubo della bulimia. E’ questo,
cara Giulia, l’insegnamento prezioso che ci hai trasmesso, perché oggi il 15
marzo, proprio il giorno in cui il tuo cuore ha smesso di battere, è diventata
la Giornata simbolo della lotta che per te, in tuo ricordo, tutti noi cerchiamo
di portare avanti, perché i Disturbi Alimentari non vengano più considerati
disturbi di "serie B" e perché le istituzioni sanitarie prendano atto
della gravità e del rischio a cui una persona va incontro quando si ritrova
preda di queste malattie.
Affinché il 15
marzo sia oggi, domani e sempre, perché ci ricorda quanto l’amore di un
genitore per la propria figlia possa essere grande; quanto il coraggio di un
genitore possa restituire speranza e fiducia a chi ogni giorno lotta contro
questo male subdolo, che divora l’anima; quanta vita possa rinascere dal saper
trasformare il dolore vissuto, a cui si è sopravvissuti; e quanto importante
sia parlare, raccontarsi, dare voce alla propria sofferenza per riscoprirsi
vivi nel piacere di condividere, le proprie gioie ma anche i propri dolori,
anziché farsi scudo con le proprie cicatrici e rifugiarsi nell'isolamento. Ci
siamo nascoste dietro nuvole di paure per troppo tempo, sedute in angoli di
solitudine convinte di non essere abbastanza per splendere. Poi abbiamo
imparato a guardare oltre gli occhi colmi di insicurezze e ci siamo aggrappate
ad un piccolo fiocco, un'àncora, una catena umana creata per squarciare in due
lo scudo di silenzio dietro cui si nascondono i disturbi alimentari. Quel
fiocchetto ha creato un doppio nodo con il quale ci teniamo legate alla vita,
per la vita. E' amalgamando le nostre storie alla tua, i nostri sorrisi al tuo,
che abbiamo creato un rifugio più forte dei disturbi alimentari: quello
dell'amore, della presenza.
Oggi il simbolo della nostra lotta, il fiocchetto lilla, è un crocevia
di storie di vita, destini che si incrociano per riscoprire insieme quel senso
che la malattia sembra essersi portata via. E' un coro di tante voci che lanciano un messaggio di
sensibilizzazione volto soprattutto a restituire la giusta dignità e il giusto
rispetto a quel dolore di cui troppo spesso non sembra essere meritevole.
Storie e voci di persone toccate in maniera diversa dai disturbi
alimentari, ma accomunate da un unico importante obiettivo: lottare per la
vita, una vita fatta di quotidianità e non di sintomi.
Storie e voci che tracciano un
cammino fatto di parole, condivisione e unione, e che passo dopo passo stanno
dando forma a nuovi sentieri, dove la luce fa sempre più spazio nell'ombra di
quelle barriere duramente conficcate nel terreno arido della solitudine, perché
ognuno di noi testimoni porta nel proprio bagaglio parole rivelatrici: parole
come fondamenta e mattoni di un contatto in grado di accorciare distanze
apparentemente invalicabili.
A te Giulia, questa giornata, per non dimenticare.
E a papà Stefano, la nostra stima e ammirazione, e un grazie di cuore.
Grazie perché oggi non siamo più sole, siamo tutte unite in un cuore lilla che
batte all’unisono. Questa unione è la nostra forza, è la forza che alimenta il
nostro impegno per sensibilizzare e informare chi ancora non conosce questi
disturbi, per infondere la speranza che questo dolore può avere fine in chi
fatica a trovarla. Il “nostro” fiocchetto lilla ci
ricorda che la speranza no, non deve morire, mai.
Francesca, Rosy, Rossella, Sandra
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