Sabato 15 luglio 2017 ho avuto la possibilità di assistere
alla prima del film "To the Bone". La location dove è stata
proiettata (il Castello Aragonese), per chi non la conosce, è stupenda, e tra
l'altro è il posto dove mia figlia Misia (Artemisia) fece una delle più belle
esibizioni di danza; forse per questo motivo prima della proiezione ero ancora
più teso ed emozionato. La tensione era dovuta anche dalla paura di dover
assistere ad un qualcosa che ho già vissuto sulla mia pelle. L'esperienza
vissuta a fianco di una persona anoressica, finita purtroppo anche tragicamente,
mi ha, in un certo senso, permesso di avere un giudizio alquanto particolare
verso questo film.
Io penso che questo film, avendo trattato l'anoressia solo
dal punto di vista della cura - perché non fa altro che seguire la ragazza solo
nel suo percorso riabilitativo - non ha messo in mostra tutto quello che c'è di
terribile per chi soffre di questo disturbo. Mi riferisco alle ossessioni,
all'isolamento, agli sbalzi di umore, agli stati di depressione, al modo di
relazionarsi con gli altri che vive giorno dopo giorno chi soffre di anoressia. Per le ossessioni per il cibo, il peso e le
calorie posso capire, anzi c'è da dire che è stato un bene che li abbiano
trattati in modo leggero, per le altre problematiche penso invece che avrebbero
dovuto esporli, se volevano dargli un senso, in modo che chi vede il film abbia una visione reale del disturbo. Lo stesso
percorso di cura è stato un po' fiabesco, ma questo ci può stare, in fondo è un
film.
Una cosa mi ha colpito e mi ha veramente scosso: è stata la
scena verso la fine tra la ragazza e la madre quando quest'ultima gli dice di
ricominciare e le propone di bere dal biberon, la figlia gli dice di no e la
mamma gli dice qualcosa del genere (era in inglese con i sottotitoli in
italiano): "accetto questa tua volontà di morire, ma non capisco perché
non vuoi più vivere." In quel momento mi sono ricordato di quando a mia
figlia dissi: "Misia io non accetterò mai questa tua volontà di morire,
perché tu devi vivere per scoprire le tante cose belle che la vita ti offrirà."
Nel film, mentre la mamma sta per andarsene, la figlia la chiama urlando
"mamma, nutrimi, ti prego!" e alla fine beve il biberon di latte. Ecco, io non ho mai più sentito
quel mamma o papà...
Paolo
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