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Questo spazio è dedicato a tutti coloro che vogliono CREARE UNA NUOVA CULTURA SUI DCA. Siete tutti importanti perchè unici, così come uniche sono le vostre storie e i vostri pensieri. Questo Blog resta quindi aperto a chiunque voglia proporre o condividere, perché Mi Nutro di Vita è di tutti ed è fatta TUTTI INSIEME.

domenica 14 dicembre 2014

PERDONIAMOCI



E' passato molto tempo dall'ultima volta che ho lasciato un mio pensiero su questo blog,da allora come spettatore attento e partecipante ho visto fluire da qui storie di vita vera,spaccati di tragedie,luci di speranza.Ogni volta ho fatto del tutto, un po' di mio,rivissuto,analizzato a volte lucidamente,altre volte con la tristezza interiore che solo un senso di colpa a cui non possiamo porre rimedio riesce a dare;ma comunque con la consapevolezza di dover andare avanti per poter dare a tanti ciò che a me più è mancato:la cultura,la conoscenza,la sensibilizzazione che porta a sentirsi meno soli.In questo straordinario percorso di rete,tangibile e non virtuale,ho incontrato tante persone animate dai mie stessi propositi,tante si sono aggiunte cammin facendo,tante mi hanno detto” è tutto inutile”e altre”io non ne voglio sapere più nulla”;tutti capibili e tutti rispettabili,ma una persona con cui scambiai solo poche parole un giorno seppe darmi la consapevolezza di essere sulla strada giusta per poter aiutare e tornare a vivere serenamente.Troppo spesso noi affianchiamo la felicità a stereotipi:la famiglia tipo Mulino Bianco,il successo,la laurea piuttosto che il diploma con il massimo dei voti,la bellezza,la salute ed altro ancora.Ma quando qualcosa gira storto?Umanamente non lo accettiamo,è una sconfitta e come tale la viviamo;ma non è così,il nostro percorso comprende anche quelli che noi vediamo come ostacoli alla nostra felicità:un lutto,una malattia,un amore finito,una bocciatura,una separazione,una ricaduta e altro ancora ci portano spesso a colpevolizzarci.Questo grande Papa che si fa sentire vicino a noi, spesso ci parla di perdono,da vivere come benessere,perchè quando riusciamo a lasciar andare acredine,risentimento,improvvisamente ci sentiamo meglio, il cuore diventa leggero,e questo è alla base della carità cristiana da oltre duemila anni. Io penso(e la mia sorella di dolore me ne ha dato la certezza)che chi vive la propria lotta con un dca,sia che lo viva in prima persona,sia come genitore,famigliare o amico debba fare un'ulteriore semplice passo oltre a perdonare;PERDONIAMOCI.
E' un passaggio fondamentale per capire le nostre sconfitte, i nostri errori, e ripartire più consapevoli e ove necessiti chiedere aiuto,il quale non va visto come una resa,ma come un gesto di umile coscienza.Quindi ragazzi,ragazze,mamme,papà PERDONIAMO e soprattutto PERDONATEVI perché la guarigione è sempre dietro l'angolo ed è alla portata di tutti,auguro a tutti serene feste cariche di speranza,ed infine ringrazio colei che ha ispirato questo post e confermato le mie certezze:Buon Natale Anneliese!

Stefano

martedì 9 dicembre 2014

Gli Angeli esistono?

Gli angeli esistono? esiste un qualcosa che ti protegge, una qualche forma ,uno spirito celeste , un illusione, una fantastica figura che ti abbracci e che ti stringa a se con un animo gentile e paterno.....
Non so se gli angeli esistano davvero, ma so e ne ho prova personale che un aiuto dall'alto ci viene dato.
Io adoro il cibo, adoro mangiare ed è per questo che sono stata ammalata per 30 lunghi anni. Per tutti questi anni ho sempre rifiutato l'idea di guarire, o meglio, provandoci da sola nn ne sono mai stata capace; Poi quando tutto sembrava perso, quando tutto sembrava ridotto ai minimi termini Nicoletta ha capito che l'ora era arrivata: un fulmine a ciel sereno! e quel cielo grigio che da tanto, da troppo tempo aveva reso la mia vita un incubo, si colorava di un azzurro immenso.
Chissà cosa è stato che mi ha dato quella forza. Chissà che è stato che mi ha dato quel coraggio di espormi e di voler liberarmi della bulimia . A 46 anni ,e nn da adolescente. Perchè è a quell'età che i disturbi alimentari si manifestano nel nostro corpo ma ancor più si insinuano dentro la nostra mente, lasciando a noi l'ingrato compito di essere quello che nn vorremmo mai.
La rabbia , i disagi interiori, le tensioni,l'etica, i canoni di bellezza, i mass media, gli amici, le maschere che si indossano, la falsità, la morale, tante cose che messe insieme ti lasciano il segno.
E quando ti trovi a fare i conti con qualche cosa che è più grande di te, che ti sembra una montagna altissima , e tu sei ancora piccina e nn tanto per gli anni che hai, ma quanto per il turbinio di sensazioni e dolori che in poco tempo ti hanno catapultata nella fossa più buia......
in poco tempo ti ritrovi in un groviglio di rovi dal quale vorresti uscire; ma se ti muovi o avanti o indietro, tutto quello che ti senti è lacerazione totale! Un dolore che ti toglie il fiato per cui l'unica soluzione per te in quel momento è rimanere lì ferma in attesa. Una lunga ma controllata capacità di lasciarsi andare, cullare da un disturbo che diventa così l'unica possibilità di scelta. QUELLA DI ISOLARSI PER NN PROVARE PIU' NESSUN DOLORE......
Non è facile credere in se stesse quando hai tutto contro. Non è facile provare amore per se stesse quando tu nn hai nemmeno quella piccola sufficiente dose di autostima ; nn è facile per niente liberarsi di un disturbo alimentare.
MA IO SO, CHE 'VERAMENTE ESISTE UN QUALCHE COSA CHE PRIMA O POI TI FA RITROVARE LE ENERGIE CHE SEMBRAVANO PERSE PER SEMPRE!
Non avrei mai creduto che dopo trentanni di malattia potessi guarire, (e dio solo sa la fatica in quei tre mesi di clinica) che dopo trentanni la mia vita da inferno potesse riacquistare luce, nn mi sarei mai e poi mai aspettata che qualcuno chiedesse a me Aiuto!
E di questo sono felice,Sì! sono felice che la mia guarigione possa servire da stimolo ad altre ed altri che soffrono degli stessi disturbi e nn solo; che possa aiutare quei genitori che disperati nn sanno cosa fare per i loro figli....
Tutto è possibile!
Una volta nn l'avrei mai detto, ora però ad un anno esatto dalla mia uscita da Villa Margherita, sostengo che con coraggio e con palle cubiche si riesce ad ottenere risultati che sanno dell'incredibile!
NN MOLLARE MAI! FINO ALLA FINE!
E se durante il percorso qualche ostacolo ci fa lo sgambetto, rialziamoci subito. Una ferita si cicatrizza prima se ricordiamo il dolore che ci ha causato. e...nn esistono tempi, età,....i disturbi alimentari colpiscono a qualsiasi età. Nascono subdoli quando meno ci accorgiamo e ri radicano in noi con malessere dentro di noi. Ma quale voler apparire, quale voler essere bella!
Disturbo alimentare è uguale disagio, rabbia, malessere interiore, ferite, morte!
MA NN VI è ETA' DI GUARIGIONE........
TRENTANNI DI MALATTIA ......DAI 16 ANNI AI 46 ANNI.
47 NE HO COMPIUTI IL 29 OTTOBRE 2014.....
47 ANNI ED ORA SONO FELICE VERAMENTE DI VIVERE !!.
Nico


mercoledì 3 dicembre 2014

Il peso di un adolescente obeso



Scrivere questo articolo non è stato facile per me,come non lo sarebbe stato per qualsiasi persona con un passato da adolescente obeso (o in forte sovrappeso). Perché il peso in questione non è solamente grasso che avvolge le ossa e fa massa con i muscoli,ma è anche,e soprattutto,il disagio psicologico di essere considerati diversi. Si,”diversi” in forte senso dispregiativo,come se l'avere quel grasso in eccesso fosse una colpa da espiare con umiliazioni,solitudine e discriminazioni.
Io non ho ricordi di feste memorabili,esperienze che tutti fanno in quel periodo della vita (le prime uscite,gli amici,i primi amori..),ma di dolore e asocialità forzata,e,se raccogliessi i miei pensieri da adolescente da ogni cassettino della memoria,potrei portare solo la negatività del sentirmi inadeguata,non degna di avere una vita normale come ogni ragazzino/a della mia età.. Eppure,con il senno di poi,mi rendo conto che proprio quel dolore e quelle emozioni negative,sia verso il mio corpo che verso gli altri,mi hanno resa la persona sensibile ed empatica che sono ora,una donna che non punta il dito verso chi non è particolarmente attraente e in forma perché sa il mondo sommerso che sta in quel cuore e in quell'anima. Forse devo anche benedire quel periodo,perché ora potrei essere una di quelle persone che giudicano l'involucro della gente senza conoscere ciò che contiene.
Certo è che,purtroppo,ciò che fa notizia è la dimensione negativa e le angherie portate all'estremo (come la storia di Vincenzo,il ragazzo violentato con un tubo di aria compressa solo perché obeso),mentre le storie di quelle persone (forse in minoranza,ma che esistono) che vanno oltre l'aspetto fisico e sanno mantenere relazioni sane con chi è in obesità non vengono mai raccontate,perché “non fanno notizia”. Specchio di una società che evidenzia l'estremo negativo ed ignora le piccole belle cose che possono far sperare che questo mondo non faccia così schifo,che ci sia speranza di piccoli passi che allarghino gli orizzonti di certe menti ottuse. Ed è male.
Il problema di questo rimarcare la negatività è che,da chi non ha l'intelligenza emotiva di pensare con la propria testa e agire in modo sensato,la si rende normalità. Quindi certi adolescenti incoscienti perpetrano una realtà fatta di scherzi di cattivo gusto (resi ancora più fruibili al mondo attraverso i social),epiteti dispregiativi e,nei casi più estremi,angherie come quella fatta a Vincenzo. In quest'ultimo caso,oltre al fatto in sé,ciò che ci dovrebbe far riflettere è anche l'atteggiamento di alcuni genitori degli aguzzini,che l'avevano definito “un gioco”. Uomini e donne che,probabilmente,non erano stati educati alla tolleranza dai propri genitori nella propria adolescenza e che hanno trasmesso ai propri figli gli stessi ideali distorti. Una catena di ottusità che potrebbe essere spezzata con più spunti di riflessione ed esami di coscienza che ognuno di noi dovrebbe farsi almeno una volta nella vita,per evitare che casi estremi non si ripetano e che gli adolescenti di oggi possano avere strumenti per crescere in modo più sano e consapevole,per essere genitori che possano trasmettere ideali di tolleranza e rispetto per la diversità (che sia morfologica,di orientamento sessuale,di credo religioso,etc..).
Difficilmente ci sono casi estremi come quello di Vincenzo e ci sono situazioni che non vanno oltre lo 
"sfottò”,ma,oltre ad educare ed educarci nel frattempo,nulla è da sottovalutare. Perché,se è possibile tamponare alcuni atteggiamenti nel tempo,è invece impossibile prevedere la reazione di chi quelle angherie le subisce,di chi si sente costantemente sbattere in faccia il concetto “Tu sei grasso,non vai bene/vergognati”:c'è chi sopravvive a questo periodo critico e diventa una persona migliore e più consapevole,c'è chi cerca “conforto” nelle dipendenze e nei disturbi alimentari,e c'è chi sente quel peso fisico e psicologico insopportabile e si toglie la vita per non sentire più in ogni senso. E nessuno,me inclusa,può sapere come ogni adolescente potrà uscire da questo periodo critico,se solo ammaccato emotivamente,distrutto nel profondo o privato della voglia di vivere.
Certo che non aiuta una moda giovane (come quella adulta,nella maggior parte dei casi) che è spesso riservata ad alcune taglie standard ed esclude quelle più abbondanti,costringendo persone più in carne a ripiegare su indumenti poco adatti alla propria età o spendere il triplo dei soldi per averne di più decenti,e nemmeno l'atteggiamento dei media che bombardano di immagini (ritoccate ad hoc con Photoshop) e trasmissioni con personaggi spesso di magrezza allarmante,che incoraggiano adolescenti insicuri a massacrare il proprio corpo di diete spesso squilibrate e stravolgere la propria immagine per assomigliare al proprio idolo del momento.. Succede spesso a chi è normopeso,e,per chi ha obiettivamente chilogrammi di troppo da perdere,assume una dimensione devastante.
Ho letto molto spesso di adolescenti anoressici americani (che,in alcuni casi,oscillano fra bulimia e anoressia o viceversa) che hanno un passato da obesi,che hanno ceduto alla pressione della società e degli ideali dei media danneggiando il proprio corpo con diete folli ed esercizio fisico portato all'esasperazione. Tutto per essere accettati,o,almeno,tollerati. Perché nessuno ha detto loro che perdere quel peso fosse necessario per non incorrere in problemi di salute evitabili nel tempo,non c'è stata una corretta educazione alimentare e la vita frenetica (e/o la pigrizia) spinge a consumare pasti nei fast food,veloci e a poco prezzo,piuttosto che orientarsi al prepararsi a casa pasti sani ed equilibrati. Un silenzio di coscienza che porta al silenzio di quel tunnel del disturbo alimentare,soli a lottare contro a giganteschi demoni interiori per non essere esclusi dal mondo.
A questo punto chiunque potrebbe dire “Ma la speranza,dove sta in tutto questo?”. Me lo chiederei anch'io stessa,se fossi una persona che leggesse per caso queste parole,ed ora non ho alcuna intenzione di dire che “una speranza c'è,basta cercarla”. Perché,in realtà,io penso che vada coltivata,ed annaffiata con tanta consapevolezza e voglia di cambiare certe dinamiche.
Il destino di chi affronta l'adolescenza in obesità non è per forza il bullismo,dipendenze e disturbi alimentari,non è un percorso già tracciato senza possibilità di sconfinare in altre strade. Possiamo deviarlo educando i nostri figli alla tolleranza di chi appare diverso da loro,insegnando loro a nutrirsi in modo sano se loro stessi sono in obesità e facendo loro capire che devono perdere peso per una questione di salute e non puramente estetica,coltivando piccoli semini di autostima nei piccoli gesti quotidiani (il prendersi cura di loro stessi,in primis),non sottovalutando episodi di bullismo e discriminazione ed esortandoli ad aprirsi nel caso in cui ne subiscano uno. Prendendoli per mano,non lasciandoli a loro stessi. Gli adolescenti hanno un'intelligenza molto spesso spiccata,ma,se non guidati nella giusta direzione,non possono ambire al cambiamento.. Da qui dobbiamo partire.
Scrivo le ultime parole con il sorriso,con la mente sgombra da antichi dolori e con un viso diverso da quello che era sempre inondato da lacrime anni fa. Perché ora sono diversa,nonostante i trascorsi di bulimia nervosa alimentati anche dall'adolescenza difficile,e ho avuto l'occasione unica di condividere questo mio percorso per far riflettere qualche persona in più.
Tutto può essere cambiato e deviato da un percorso prestabilito,basta volerlo.

Petra