Intrappolato in un quadratino di plastica dentro ad un frigorifero bianco come la neve.
Ogni tanto, quando aprono lo sportello la vede, mamma Acqua. Scorre dal rubinetto, sempre nuova, sempre fresca, bellissima e pura.
Vorrebbe tanto raggiungerla, abbracciarla.
Ma lui è solo un piccolo cubetto di ghiaccio. Immobile. Intrappolato. Solo.
Che ci faccio qui se tanto non mi usa mai? Perché tanta cattiveria? Tenermi qui, impaurito, lontano dagli affetti, circondato dalla nebbia gelida della condensa.
Il piccolo cubetto di ghiaccio non voleva più stare così.
Voleva uscire da quella prigione, voleva abbracciare mamma Acqua, ritrovare la sua vera essenza, diventare ciò che era sempre stato.
Un giorno però nel frigorifero arrivarono dei nuovi abitanti.
Avevano una forma diversa dalla sua. Piccole stelline ancora acquose.
Le guardò in silenzio diventare ghiaccio, e sorrise.
Poteva un piccolo cubetto di ghiaccio quadrato amarsi per quello che era, un piccolo pezzo di acqua congelata?
E se fosse stato quello il suo destino? Può un cubetto di ghiaccio trovare il suo spazio nel gelo del freezer? Può sentire il calore senza dover cambiare la sua natura?
Stelline…
Le chiamò e quelle, come fanno le principesse con un bacio del principe, si svegliarono lentamente.
Non abbiate paura. Siete ghiaccio ora.
Quella che una volta era mamma Acqua, ora era diventata una costellazione di ghiacciolini.
Il destino ci regala Luce quando siamo pronti ad accoglierla. Quando smettiamo di aver paura di farci scaldare. Quando il bisogno di sciogliersi diventa consapevolezza del fatto che per provare calore non serve tornare indietro, ma crearsi la strada giusta per andare avanti. Rinascere come Fenice, non tornare ad essere Acqua.
Disegno di Anna Rita
Daria