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sabato 3 marzo 2018

D'improvviso la consapevolezza



E non si tratta più di semplice rinascita.

L'ho capito appena qualche istante fa, mentre lasciavo che un getto d'acqua calda coccolasse il mio corpo.

Assurdo, non é vero?

Ho sempre creduto che quel termine fosse appropriato, poiché si ritiene comunemente che esso alluda ad un ritorno alla vita in seguito ad un periodo buio, morto. Tuttavia ho riflettuto a riguardo ed ho trovato delle incongruenze fra questa definizione ed il mio percorso. Se pensiamo attentamente, ci accorgiamo che per nascere di nuovo é necessario morire e, come sappiamo, la morte annulla e cancella il proprio essere.
"Quando noi viviamo, la morte non c'è, quando c'è lei non ci siamo noi.", sosteneva Epicuro. Di fatto è proprio così: morire ci disintegra e non ci permette di mantenere alcun ricordo di ciò che è stato. E nel caso, poi, che si rinasca davvero, cosa resta del passato? Cosa resta dell'altra vita? Non possiamo più giovare degli insegnamenti precedenti, né delle esperienze. Non sappiamo più quali erano stati i nostri sbagli, non ci conosciamo più così a fondo. Veniamo resettati e rigettati nel mondo senza guida alcuna, senza ricordi. Non ripartiamo da zero, ripartiamo dal nulla.

Ecco perché non posso più affermare che la mia sia una rinascita.

Io ricordo tutto: il dolore, le lacrime, il freddo sulla pelle, i muscoli deboli, la stanchezza. Ma anche la soddisfazione paradossale che quel male mi suscitava, i numerosi modi per sabotare la mia esistenza, le bugie, le finte vittorie.
É tutto vivido nella mia mente.
Vivido come il giorno che ho detto basta, che ho deciso di amarmi un po' di più e di lottare per risalire la vetta. Ricordo ogni tappa del mio cammino, ogni ostacolo abbattuto, ogni traguardo raggiunto. Ricordo me stessa all'inizio e mi abbraccio sul finale.

Io non sono rinata, io mi sono trasformata ed ho mutato il mio essere; sono cresciuta, maturata e migliorata. Ed Il mio passato resta lì, in un cassetto. Non si vede, ma c'é. Non è morto, né annullato, né rinnegato. Fa parte di me e mi accompagna silenzioso. Silenzioso, perché ho avuto la forza di zittirlo e di convincerlo a rispettare una certa distanza di sicurezza. Rimane lì, irremovibile, ma io scelgo ogni giorno di non sceglierlo. A volte riaffiora, eppure decido di sfruttarlo miseramente per capire di essere cambiata. Non mi spaventa più, se intende manifestarsi é libero di farlo: io sono qui e lo affronto.

Non sono rinata, mi sono evoluta. Come una farfalla.

Adesso ho ali colorate fatte di sogni e speranze, volo tra cieli azzurri e tempeste, mi addentro nella vita come se quest'ultima fosse un infinito giorno da consumare e assimilare.

E non importa quando arriva la notte, so tenermi compagnia.

Giulia Marino

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