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venerdì 11 maggio 2018

Soltanto le briciole



Francesca era bellissima, aveva la pelle chiara come l’avorio e piccole lentiggini che mettevano ancora più in risalto i suoi grandi occhi color ambra. Francesca era bella, ma non si vedeva bella. Le sembrava che il suo viso fosse troppo tondo e le sue gambe le parevano due zampogne, le avrebbe volute lunghe e sottili, come quelle di Camilla; che fortuna che aveva Camilla, poteva mangiare di tutto ed era sempre magra come un grissino. Francesca si sentiva pesante, inadeguata, le  pareva che davanti a scuola tutti la guardassero, che la indicassero  e  che  la  chiamassero  ancora  una  volta  “PALLA  DI  LARDO”.  In  realtà  a chiamarla così era stato soltanto Giovanni di III B, glielo aveva urlato mentre lei passava per il corridoio con la sua amica Camilla, le aveva urlato “Ehi palla di lardo” e tutti i suoi compagni avevano iniziato a ridere dandosi delle pacche sulle spalle. Francesca era corsa via chiudendosi in bagno e aveva pianto tanto, era arrabbiata, avrebbe voluto urlare in faccia a quel cretino di Giovanni che non era vero, che era bellissima, ma lei per prima non ci credeva, pensava in fondo in fondo che Giovanni avesse ragione. Camilla le aveva detto di non badare alle stupidaggini di Giovanni, che era un immaturo e che anzi forse aveva detto quella frase solo per attirare la sua attenzione. “Guarda- le diceva Camilla- secondo me lo ha fatto perché gli piaci e tu non lo guardi nemmeno”. Ma ormai Francesca non l’ascoltava più, quelle parole le avevano fatto troppo male, avrebbe dimostrato a tutti che non era una grassona e nessuno avrebbe più riso di lei.
Smise di mangiare. Evitava le merende a casa di Camilla, inventava mille scuse con sua madre, diceva di non sentirsi bene, di aver già mangiato un panino al bar davanti a scuola, di aver festeggiato con una doppia merenda il 9 in storia. Francesca dimagrì tanto, troppo, ormai la situazione le era sfuggita di mano; evitava Camilla perché lei non poteva capire, lei era magra. Guardava Giovanni con occhi di sfida, ma a lui non interessava niente, ora che Francesca stava pian piano scomparendo, aveva preso di mira un Antonio di III D che era basso e quando passava per il corridoio, lui e la sua banda di stupidi cantavano la canzone dei sette nani. Francesca a settembre non iniziò il liceo, era troppo debole e durante l’estate era stata ricoverata in ospedale, aveva perso tantissimi chili e con essi anche la voglia di ridere e scherzare, della vecchia lei ormai rimanevano soltanto le briciole……chissà se Giovanni lo aveva saputo.

Rebecca Albonetti


Rebecca Albonetti (classe III C della scuola secondaria di I grado "Don G. Minzoni" di Ravenna) con questo brano si è aggiudicata il 2° Premio Sezione narrativa al "XXI Concorso Storie per Parole Ostili", concorso nazionale sulla comunicazione non ostile per gli studenti delle scuole primarie e secondarie, con la seguente motivazione della Giuria: 
"Il tema trattato da Rebecca ci sembra di grande attualità e rientra nella pratica purtroppo diffusa del body shaming, online e offline. Il testo racconta infatti in maniera chiara come l’utilizzo delle parole sbagliate, se reiterate e intrise di cattiveria, possa arrivare ad insinuare nella mente di una ragazzina già insicura il circolo vizioso dell’anoressia. Ci ha colpito la lucidità con cui Rebecca affronta il tema dell’ostilità dei linguaggi causa anche di disturbi psicologici già in giovane età."

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