testo


Questo spazio è dedicato a tutti coloro che vogliono CREARE UNA NUOVA CULTURA SUI DCA. Siete tutti importanti perchè unici, così come uniche sono le vostre storie e i vostri pensieri. Questo Blog resta quindi aperto a chiunque voglia proporre o condividere, perché Mi Nutro di Vita è di tutti ed è fatta TUTTI INSIEME.

venerdì 17 agosto 2018

Indispensabile.



"Non sono indispensabile!"
Oggi ricomincio da questa frase. È infondo una frase che mi libera e non mi sminuisce affatto!
Quando iniziai a chiedere aiuto perché mi rendevo conto di avere un problema ormai da anni, incontrai una gastroenterologa che collaborava con una psicologa che capì il mio disturbo e mi fece fare terapia di gruppo, mi disse "Il tuo corpo si gonfia perché è l'unico modo che hai di far barriera tra te e gli altri! Perché tutti possono invaderti ed entrare dentro te!"
Io ricordo che a quella frase mi misi le mani sul volto e piansi!
Oggi invece penso che le cose non stanno esattamente così! 
Oggi ho compreso che sono io che mi sono espansa nel corpo e nelle intenzioni!
Io ero propensa verso gli altri, loro dovevano vedere la mia grandezza, le mie qualità ed amarmi perché io nelle loro vite ero indispensabile!
Quando cresci che l'amore è qualcosa che devi meritare ecco che quella bambina desiderosa d'amore rende reale il suo sogno!
Lo fa inconsciamente, lo fa nel modo sbagliato, ma le sue scelte sono dettate dall'unica risposta che all'epoca poteva darsi!
Arrivo a 45 anni a svelarmi questa cosa, che viveva dentro me chissà da quanti anni e a cui ho tenuto fede per quasi una vita!
In questo intento io ho invaso ed ho vissuto sulla mia pelle più di quanto dovessi, ho incolpato gli altri del mio malessere, non ho dato loro fiducia e spazio...il famoso iper controllo sulle situazioni, non è perché ne sei una possibile vittima e cerchi di difenderti, ma perché tu sei colma e cerchi di trattenere!
Il cibo allora diventa l'anestetico per non sentire il dolore e la fatica, diventa un mezzo per non scappare ma per fermarsi in quella condizione!
Perché scappare vorrebbe dire rinunciare, e rinunciare vorrebbe dire non vedersi più "all'altezza", liberarsi vorrebbe dire ritornare nei nostri confini!
E allora in quei confini la felicità diventa cosa nostra, il renderci felice o meno non dipendente più da nessuno, mi devo piacere per ciò che sono e non per ciò che faccio. È una rinuncia grande quello che mi chiedo e infondo io sono anni che stimo le mie capacità in base al carico che porto! 
Ora svuoto il sacco e che succede? 
Sono libera di andare dove? 
Ma dove voglio andare?
Altri sono in grado di farlo, di pensare a loro stessi e condividere con gli altri! Ma io ho sempre fatto il porto sicuro per tutti, li ho accompagnati come fossi la loro terza scarpa! Temo la mia vita sia vuota se rinuncio, perché infondo non so darmi più niente!
Sono solo paure, lo so!
Devo solo sperimentare!
E in fondo sapere che la gioia, il dolore, sono solo responsabilità mia, un po' mi rincuora!
E come mettere o togliere dal sacco una quantità di emozioni che sono mie e non di un tutto che mi travolge!
Ci provo, cosa potrà mai accadermi?
Al massimo arriverò ad altre considerazioni e migliorerò la mia posizione trovando il giusto equilibrio.

Clara


Nessun commento:

Posta un commento