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Questo spazio è dedicato a tutti coloro che vogliono CREARE UNA NUOVA CULTURA SUI DCA. Siete tutti importanti perchè unici, così come uniche sono le vostre storie e i vostri pensieri. Questo Blog resta quindi aperto a chiunque voglia proporre o condividere, perché Mi Nutro di Vita è di tutti ed è fatta TUTTI INSIEME.

martedì 12 marzo 2019

Ricostruirsi.


Ciao, 
non so bene come salutarvi, non so come vi chiamate, da dove venite e cosa vi piace fare quando siete da sole in camera vostra. L’unica cosa che so di voi è che condividete il tempo, un posto in cui probabilmente non volete stare (ma fidatevi, vi salverà la vita) e che state provando dolore. E so che è proprio quel dolore che ho sentito (e a volte ancora sento)quando l’unica cosa che volevo fare era “scomparire da tutto e tutti cosicché nessuno possa più considerarmi un peso".
Lo so, è un pessimo inizio e una pessima presentazione, ma non mi aspetto applausi, lacrime, stima o approvazione. Non voglio neanche raccontarvi la mia storia, non oggi, è troppo lunga (so le cose che vi stanno passando per la testa: si, probabilmente le ho fatte quasi tutte) e a mio parere contorta per essere condensata in una sola lettera. A volte non la capisco neanche io, ed è la mia storia, per cui non preoccupatevi se non capite la vostra, non è necessario. Tante cose le capirete più avanti, altre probabilmente non le capiremo mai.
Vorrei solo raccontarvi perché io ho scelto di mollare la presa, di lasciare andare almeno un po’ di tutto quel dolore che mi portavo dentro, perché ho scelto di guarire, perché mi sono affidata . Ho sempre pensato che il ricovero fosse solo un altro modo per sentirsi malate di anoressia e tutte noi sappiamo quanto ci piaccia o ci sia piaciuto. Però ditemi, dove sta esattamente il bello? Lo so che la malinconia attrae, vi sento quando pensate “chissà che succede se da 45 scendo a 44”, “ma già che sono a 44 scendiamo a 42 così se dovessi prendere peso non sarebbe un problema”. Vi prego, lasciatevi guidare. Io avevo una frase, dalla quale staccarmi è stato un trauma. “Se hai il controllo va tutto bene”. Vi suona familiare, lo posso immaginare.
Il “controllo”. Ci sarebbe un libro da scrivere solo su questo. Ognuna di voi mi potrebbe scrivere otto capitoli e formeremmo un’enciclopedia dell’autodistruzione. Purtroppo però il controllo è un coltello di cristallo impugnato bene e con grande abilità, ma girato dalla parte del manico. Hai il controllo su tutto, sai perfettamente quanti passi hai fatto oggi, quanti chicchi di riso hai mangiato e quale sarà la tua media scolastica a fine anno. Però senti freddo, hai gli occhi spenti, il viso scavato, non riesci a credere a tua mamma se piange per te, non riesci a capire tuo padre se ti urla in faccia che ti stai rovinando. Non sai perché ma hai allontanato la tua migliore amica e il tuo migliore amico non ti ha chiamata più. Tutti sembrano dimenticarsi di te, nessuno sembra accorgersi del problema. In realtà tutti sono preoccupati ma tu non lo vedi, hai solo paura, freddo, ansia, sonno e tanta fame. Ma hai tutto sotto controllo.
Sei sola, ti chiedi come sia potuto accadere.
Ricordo una sera, sarà stato agosto forse, una cosa come un anno e mezzo fa, ero in bagno ed ero scoppiata a piangere perché ero esausta, stanca, non ne potevo più. Mi sono guardata allo specchio e vi giuro che non dimenticherò mai quegli occhi: non erano vuoti ma pieni di dolore, avevo le labbra gonfie, le guance rigate e due occhi che avrebbero spezzato chiunque li avesse guardati a metà: e lo fecero. Davanti a uno specchio, spezzarono me. Ero distrutta, me lo ricordo benissimo. Appoggiai le mani al lavandino, mi avvicinai a quegli occhi e le parole che dissi furono quasi una supplica: “ridammi Maria”.
Arriverà quel momento anche per voi, vi auguro sia meno doloroso, ma vi devo mettere in guardia sul fatto che probabilmente non sarà così.
Quella sera è stata la sera in cui ha avuto inizio la mia lotta, quella in cui ho smesso di fregarmene del mio dolore, del mio freddo, delle mie unghie blu e della spina dorsale che si snocciolava lungo la schiena e faceva male anche contro il materasso.
Vi diranno che dovete trovare delle ragioni per vivere, per lottare, per guarire. Ma la verità è che tante sono necessarie, ma solo una è imprescindibile e indispensabile: voi stesse.
Starete bene, ve lo prometto. Starete bene quando capirete che non c’è battaglia più giusta di quella che si combatte ogni giorno per noi stesse, non contro. Diventerete le vostre migliori amiche e le vostre più potenti rivali, ma senza essere avversarie.
La vita “dopo l’anoressia” non è come ve la descrivono i medici (e mi scuso con lo staff). Non è solo gioia, amore, gelati e serate in discoteca: è molto meglio.
Vi incazzerete, e lo farete di brutto. Lotterete, sbaglierete, troverete la vostra strada e il vero amore per poi scoprire che a volte è possibile scegliere una strada alternativa e amare per la seconda volta.
Se potessi tornare indietro forse uno schiaffone me lo tirerei, ma più che altro mi stringerei forte. Perché si, magari avevo bisogno di una strigliata, perché stavo sbagliando e avrei commesso una stronzata (passatemi il termine) pazzesca, ma più di tutto avevo bisogno di stringermi forte, di avere la certezza che andavo bene, che non c'era nulla di sbagliato nell'essere me, che non dovevo diventare nessun altro. Che ce la potevo fare.
Ma indietro non ci potevo tornare, e allora sono andata avanti. Come quando apri gli occhi dopo un incubo e pensi "oddio per fortuna era solo un brutto sogno", solo che del sogno io ne portavo le tracce addosso, e mi sono ritrovata a pensare "ma che sto facendo?".
E mi ringrazio, per essermi data fiducia. Ho raccolto tutti i miei pezzi e piano piano ho iniziato a ricostruirmi.
L'ho fatto per me, perché ho promesso a me stessa che tutti i sogni che avevo accantonato li avrei ripresi e coltivati uno per uno, che non mi sarei più buttata via, che non avrei più sprecato un solo attimo della mia vita ad ascoltare i mostri che mi avevano logorata fino ad allora.
Posso solo augurarvi di amare voi stesse nel bene e nel male, non lasciatevi mai.
Mi padre qualche mese fa mi scrisse "la vinceremo noi questa guerra".
Papà, avevamo già vinto.

M. J.


2 commenti:

  1. Hai scritto delle parole vere e stupende. Sono felice che sei tornata a volerti bene 😘

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  2. Sono una mamma,di un ragazzo che soffre di anoressia..attualmente in ricovero presso una struttura specializzata,ogni volta che leggo le vostre storie mi commuovo e vedo in ognuno di voi,un pezzetto di lui..
    Impossibile non volervi bene,voi siete speciali....e anche se all'inizio non ci credete ,poi dopo dimostrate di essere forti perchè per vincere e combattere la vostra battaglia..ci vuole forza e coraggio..
    Vi ammiro tutti..e a tutti auguro buona vita..
    Grazie per i vostri messaggi di amore e speranza...

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