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Questo spazio è dedicato a tutti coloro che vogliono CREARE UNA NUOVA CULTURA SUI DCA. Siete tutti importanti perchè unici, così come uniche sono le vostre storie e i vostri pensieri. Questo Blog resta quindi aperto a chiunque voglia proporre o condividere, perché Mi Nutro di Vita è di tutti ed è fatta TUTTI INSIEME.

martedì 9 luglio 2019

Vita contagiosa


Non tutte le malattie si trasmettono. Alcune sono solo inviate del Diavolo, si intromettono nella vita delle persone, vanno e vengono come fosse casa loro, decidono quando e se fare il bello o brutto tempo. Sono talmente subdole che, oltre ad intaccare il corpo, intaccano anche la mente. Infettano i pensieri, e sono proprio questi che poi si trasmettono creando delle vere epidemie mentali. Ogni cosa che tocchiamo, ogni persona con cui parliamo, ogni evento che viviamo, tutto è a rischio di infezione. Niente sembra più come prima, i nostri occhi vedono solo un mondo infettato e ci fanno credere che altra soluzione non c'è, se non la fuga. Solo il nostro mondo isolato ci appare intoccato e intoccabile, il quale coincide paradossalmente con il punto d'origine della malattia, un luogo libero da tutto quello che abbiamo infettato. Ma non è forse questa la condizione di quarantena? Vogliamo allontanarci per la nostra salvezza, o per salvare ciò che ancora rimane di sano? Stiamo salvando noi stessi, o ci stiamo sacrificando?
Siano vere entrambe le ipotesi o nessuna di esse, quel che è certo è che una cura è efficace solo se non la si evita. Questa cura si trova nel mondo, il mondo di cui abbiamo così tanta paura ed è una paura sia di infettarlo sia di venirne contagiati. Spoiler alert: l'unica cosa che possiamo ricevere dal mondo è la vita, e tramite la vita saremo noi stessi a contagiarlo. I ruoli si invertono, ciò che prima era vita, ora è malattia, ma ciò che è malattia può ancora ritornare vita. Il nostro errore è credere che un pensiero "malato" escluda a priori la possibilità di ottenerne uno "sano", e così ci allontaniamo sempre di più dall'unica medicina che può davvero funzionare. Ora non è questione di sano o malato, si tratta di riconoscere ciò che distingue questi due concetti, ciò che fonda i nostri pensieri e che cosa invece li infetta. Il confine tra mondo della malattia e mondo reale è di una sottigliezza tale da risultare quasi invisibile, ma una volta che gli occhi saranno privi di lacrime e rinvigoriti di coraggio, questa barriera ci sarà finalmente chiara e visibile. Qui la vita, lì la non-vita.

Elisa


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